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Dettaglio documento pubblicato n. 492
 
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Data: 22/12/2005
Destinatario: AGLI AMICI DEL TERRITORIO LISTA CIVICA ROMA PER VELTRONI
Descrizione: POLITICA E BENE COMUNE - SPUNTI DI DISCUSSIONE PER GLI AMICI
   
Dettaglio:
Politica e Bene Comune Cosa intendiamo per politica ? Nel senso etimologico proprio ed essenziale, la politica è la scienza e l’arte di governare. Sotto l’aspetto teoretico è il complesso di idee, di principi e di norme, secondo cui deve essere governato uno stato. Sotto l’aspetto pratico è l’atto stesso del governare e di qualsiasi forma di attività, che uscendo dall’ambito della vita individuale e familiare, si svolge in relazione alla vita consociata e pubblica che si chiama Stato. Per essere legittima questa attività deve avere per oggetto l’attuazione e la conservazione del bene comune, la realizzazione di quei fini di benessere e di pace, a cui tutti i cittadini hanno diritto, quando si uniscono in società e formano quella compagine sociale e giuridica che si chiama Stato. La politica è l’anello centrale che tiene uniti tra loro gli altri anelli della catena: è la politica che ricongiunge i valori con la vita vissuta; il progetto teoretico con la sua reale azione pratica, l’ideale sognato con il progresso affettivo, la fede con la storia; è la politica che armonizza gli interessi privati con quello comune, i diritti con i doveri. E’ la linfa vitale della vita della democrazia, ne assicura la crescita e il regolare nutrimento. E’ la cultura della promozione integrale dell’uomo, soddisfacendone i bisogni, promuovendolo agli ideali più nobili. La politica vera e genuina non può essere azione di mero potere più o meno egemonico, perché manifestamente esprimerebbe la più bieca passione di sfacciato egoismo, che mentre manifesta negatività di valori positivi in chi così l’esercitasse, dall’altra calpesta e distrugge i valori fondamentali della personalità umana. L’episcopato francese ha definito la politica “il coagulante sociale”, che fa convergere le attività umane in un progetto di realizzazione del bene comune a servizio dell’uomo. Il bene comune mira al bene di tutta la comunità in cui siamo inseriti e tutela i diritti di ciascun individuo va tenuto presente che mai il bene comune giustifica la violazione dei diritti individuali della persona, sapendo però che il diritto dei singoli non autorizza la violazione del bene comune. La vita del singolo deve interagire con libertà e verità con la vita della comunità di cui egli fa parte, senza prevaricazione dell’uno a scapito dell’altro. Questo si traduce nel valore della solidarietà; ciò che ciascuno fa ha un riflesso sugli altri e sulle espressioni della loro vita: Ogni uomo deve trovare sostegno nella società di cui fa parte, ma la società è il risultato dell’impegno di tutti, affinché essa possa svilupparsi e crescere nel rispetto dei valori fondamentali della libertà, della tolleranza e del progresso civile e morale. Le esperienze storiche dell’ultimo secolo dimostrano quanto facilmente in nome di una ideologia o di un interesse economico possono essere calpestati i diritti delle persone, in particolare dei più deboli o dei più poveri. E’ compito della politica e quindi di ogni uomo, formarsi adeguatamente per rispondere alle sfide di una società in evoluzione, anche e soprattutto sotto il profilo economico. Si tratta di seminare tutta la ricchezza della sapienza cristiana all’interno del vasto campo delle leggi umane, cosi che esse siano più eque ed adeguate alle esigenze della persona, anche in rapporto alle problematiche sociali, oltre a quelle del rispetto dei diritti fondamentali. Tra questi spiccano: il diritto alla vita, i cosiddetti diritti umani, il diritto alla libertà religiosa, il diritto alla libertà politica e di pensiero, il diritto ad una vita dignitosa e sicura, il diritto ad una convivenza pacifica. Oggi rileviamo che il rispetto dei diritti fondamentali della persona è strettamente legato in un giusto equilibrio con la tutela dei diritti sociali, anche perché è innegabile l’influsso degli interessi economici sull’organizzazione dei sistemi socio-politici e sulle evoluzioni geopolitiche del pianeta. Questo ci mostra l’importanza e l’urgenza di formare cristiani ad una sana competizione dei valori della giustizia sociale e dell’impegno per far nascere in loro il desiderio di servire il “bene comune” e la cosa pubblica (la società e lo Stato) con senso di responsabilità e una coscienza retta. Se da un lato notiamo che sempre più l’economia di mercato tende a trasferire potere e ricchezza presso i popoli ricchi, aumentando a dismisura la dipendenza e la povertà dei paesi in via di sviluppo, dall’altro possiamo riconoscere nella fede cristiana tutta la forza profetica per ispirare un modo autenticamente umano e serio di trasformare i processi economici verso un sistema equo che comporti la distribuzione della ricchezza in forma rispettosa dei ritmi di crescita, delle diversità culturali e delle aspirazioni di libertà e di rinnovamento dei paesi più deboli. Accanto ad una rinnovata politica di modernizzazione dei meccanismi e di razionalizzazione dell’impiego del personale, occorre restituire carica ideale ai programmi, rigore morale e serietà professionale ai politici, efficienza alle istituzioni, corresponsabilità ai cittadini, trasparenza dei partiti. Mai come oggi sperimentiamo che le ingiustizie sociali prevelgono e le persone si sentono offese da un sistema economico e politico che arriva a negare i più elementari diritti alla persona; pur di affermare il proprio interesse. Ciò avviene all’insegna della logica del profitto ad ogni costo e dell’affermazione del potere di pochi, che usano le leve dell’organizzazione sociale a proprio piacimento. Proprio per leggere tali situazioni alla luce del Vangelo è nata la dottrina sociale della Chiesa. Infatti la dottrina sociale della Chiesa si è sviluppata a partire dalla riflessione sul Vangelo ed ha avuto nel XX secolo la massima evoluzione, con lo scopo di difendere la dignità dell’essere umano, inserito all’interno del sistema sociale ed economico. La dottrina sociale della Chiesa ci aiuta a comprendere come possiamo e dobbiamo vivere il rapporto con le problematiche sociali ed economiche, avendo ben chiara la centralità della persona umana, come criterio di riferimento e discernimento per le scelte che siamo chiamati a fare. In particolare essa dà il parametro per valutare quanto i diversificati sistemi economici ( di cui oggi si conoscono il capitalismo e il collettivismo, ma non sono da escludere forme varieggiate di sistemi di economia mista) siano rispondenti ai valori profondi della persona e la considerino come l’elemento fondamentale da salvaguardare nella prospettiva dello sviluppo sociale ed economico. Il valore essenziale che deve ispirare l’ordinamento delle leggi e dei dinamismi sociali è la persona ed il bene comune, inteso come salvaguardia dei diritti dei singoli, armonizzati nella vita comunitaria.
   

 
 

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